Intolleranza al nichel
Il nichel è un metallo presente in molti oggetti di uso comune e per questo è difficile evitarne il contatto nella vita quotidiana, possiamo assumerlo (in minima quantità) anche solo semplicemente cucinando in padelle che lo contengono. Può essere talvolta responsabile di alcune patologie, prevalentemente da contatto.
Negli ultimi anni, allergie, intolleranze ed infiammazioni dovute al nichel stanno aumentando di frequenza. Una delle cause che ha portato ad una maggiore presenza di sovraccarico da solfato di nichel è legato all’uso massiccio da parte dell’industria alimentare di grassi vegetali idrogenati e non idrogenati.
In virtù della presenza di abbondanti residui di solfato di nichel nella lavorazione dei grassi vegetali la dieta di chi ha un’infiammazione dovuta al nichel oggi è una dieta che tendi a minimizzare il consumo di cibi industriali (cosa che farebbe bene a tutti).
SINTOMI
Nelle intolleranze il sistema immunitario non viene coinvolto, di conseguenza non si scatena una risposta immunitaria. L’intolleranza è “l’incapacità di sopportare/tollerare”, in seguito a un’assunzione abbondante di un determinato alimento. L’organismo “si ribella” perché non riesce a digerirlo correttamente, è una reazione tossica dell’organismo, a differenza dell’allergia (reazione non tossica) che non dipende dalla dose assunta.
Tra i vari sintomi e segni suggestivi troviamo:
» Dermatite da contatto
» Gonfiore e tensione addominale
» Nausea e vomito
» Coliche
» Diarrea o stipsi
» Afte e infiammazioni a carico della bocca e delle gengive
» Mal di testa, capogiri
» Asma
» Insonnia
» Atralgie
» Dolori muscolari e rigidità
ELENCO DEI CIBI CHE POSSONO CONTENERE NICHEL E GRASSI IDROGENATI (verificare leggendo l’etichetta)
Verdura: asparagi, spinaci, broccoli, pomodori, funghi, cipolle, lattuga, cavolo, cavolfiore, carciofi, crauti
Frutta e frutta secca: pere, prugne, frutti di bosco, uva passa, ananas, datteri, cocco, melone, amarene, nespole, nocciole, mandorle, arachidi
Legumi: lenticchie, fagioli, piselli, soia
Cereali: avena, polenta, farine integrali, crusca, mais, orzo, grano saraceno
Carne: fegato, prosciutto cotto
Pesce: aringhe, acciughe, merluzzo, pesce azzurro, sogliola, sardine, sgombro, baccalà, nasello, ostriche, gamberi, granchio, scampi, calamari, cozze, polpo, totani, vongole, seppie
Aromi: alloro, basilico, origano, prezzemolo, ginepro, cumino, cannella, menta, noce moscata
Condimenti e lieviti: margarina, concentrato di pomodoro, ketchup, olio di semi, senape, salsa di soia, lievito di birra
Bevande: caffè, caffè d’orzo, tè nero, tè verde, camomilla, birra, liquori, bibite gassate
Dolci: cacao, cioccolata, liquirizia, barrette ai cereali
Margarine e grassi vegetali (idrogenati o non), salvo qualche rara eccezione, i grassi vegetali vanno ritenuti presenti nei gruppi di alimenti industriali indicati:
Prodotti in sacchetto: cracker, biscotti, grissini, patatine fritte, ecc…
Pani speciali: come quelli conditi, all’olio, numerosi pani integrali, le fette da toast, le focacce, i crostini, ecc…
Cioccolato, gelati, caramelle, tutta la pasticceria e la biscotteria industriale
Dadi da brodo, anche quelli solo vegetali
Fast food e cibi fritti
Fumo di tabacco: porta il nichel non solo a contatto con bocca e occhi, ma anche nella profondità dei polmoni e soprattutto lo fa entrare nel circolo sanguigno immediatamente
COSA MANGIARE
Come abbiamo visto la lista è davvero lunga e un’alimentazione priva di nichel è pressoché irrealizzabile. Notevoli benefici si hanno però anche solo eliminando i cibi industriali contenti margarine e grassi idrogenati.
Possiamo quindi consumare alimenti freschi, limitiamo il consumo di mais e avena (tra i cereali sono i più ricchi di nichel) e diamo la priorità a frumento (meglio scegliere le varietà antiche), miglio, farro, grano saraceno e riso (più povere in nichel).